Un’alternativa forse più realistica e concreta per raggiungere l’omologazione: la totale “libertà”! È l’indipendenza da tutto e da tutti, il concetto più amato, ambito e sbandierato nella odierna società.
Tutte le figure “socialmente utili” vi si crogiolano, in mezzo alle loro mille sensazioni contrastanti e “stupefacenti”.
Il ritmo delle parole e della musica, come quello della vita, martella e rintontisce.
Cosa rimane, alla fine, di tutte le infinite possibilità?
Pensiamo a qualcosa che finisce: quante strade si aprono, in apparenza…
In realtà è un caos che corrisponde al niente, allo sgretolamento, alla morte.
Il vero problema della vita è quello di riuscire a vivere, a sconfiggere il limite (non soltanto quello della morte) insito nella natura umana. Ma avere innumerevoli chances non significa essere in grado di varcare questo limite.
È la struttura del mondo moderno, fondato sulla morale dei “buoni propositi”, che pare non consentirlo… Essi corrispondono alle innumerevoli vie d’uscita che ci si presentano davanti, ma la salvezza della vita non può venire da noi stessi.